Premessa: questo post sarebbe datato mercoledì 16 gennaio ma per “motivi di marketing”  e pressioni dall’alto (leggasi anche: non ho avuto tempo di finirlo), viene pubblicato solo oggi. Questo è per giustificare le incongruenze temporali che si incontrano. Thanks 🙂

Cari Diarini,

Seattle

qui Jle che vi scrive nuovamente. Diego ha deciso di fare l’uccel di bosco ancora per un po’ con la “scusa” che sta muovendo i fili dietro le quinte facendo il sito. Obiettivamente non sono molto portata a scrivere (quando lo fa lui il post diventa molto più piacevole e scorrevole da leggere) ma vi chiedo di avere pazienza ancora una volta (forse più di una) 😉

Comincio subito raccontandovi brevemente la mia prima esperienza al consolato italiano a Vancouver…
I più attenti forse si ricorderanno che ve ne avevo già parlato un anno fa quando vi avevo sconsigliato di andarci per info utili relative alla città; non possono aiutarvi per la ricerca di lavoro, non possono darvi informazioni utili sulle prime cose fondamentali da sapere, non possono aiutarvi a trovare casa  e, teoricamente, servono solo per scartoffie relative alla burocrazia italiana (rinnovo passaporto, patente, documenti smarriti, etc…).

Andare in consolato è come trovarsi in Italia con la sola differenza che sei sul suolo canadese. Ti chiedi quasi se ti serva il passaporto per passare un’ipotetica dogana… 😉
Andare in consolato ti fa rivivere un po’ quelle sensazioni di frustrazione, incazzatura, perdita di tempo, emicrania, etc… tipiche di quando ci si trova in Italia e si deve avere a che fare con la burocrazia…
Andare in consolato è decisamente il modo più migliore, più rapido ed efficace per farsi passare la malinconia dell’Italia (ndr. Ernesto avevi ragione!).
Il consolato: se lo conosci lo eviti… Se non puoi proprio farci a meno, allora armati di tanta pazienza e soprattutto cerca di informarti prima sui documenti che ti servono e cosa all’incirca devi fare per ottenerli, in modo da aiutare il (nostro) dipendente pubblico a darti la risposta giusta…

Ad ogni modo è preferibile avere un motivo valido per andarci, oppure avere davvero TANTA nostalgia dell’Italia…Nel mio caso avevo un motivo valido: dovevo fare una delega a mia mamma per vendere la mia auto in Italia.

Per i più temerari, il Consolato Italiano ha questo sito, dove potete trovare info varie, orari etc. e si trova in downtown Vancouver, facilmente raggiungibile scendendo alla fermata dello skytrain di Granville o Waterfront. (Scendendo a Granville la strada è in discesa (3 blocchi circa), viceversa a Waterfront avete un pezzo in salita (2 blocchi circa)…così anche i più pigri sono stati accontentati 😀 ). Si trova all’11esimo piano di un palazzo che ha una hall davvero carina, elegante e dorata…Insomma, almeno si presenta bene 🙂

Per farla breve, il primo nostro dipendente col quale ho avuto il “piacere” di parlare, aveva un accento più inglese che italiano e appena gli ho detto che avevo bisogno di una “procura”, ha candidamente risposto che non sapeva cosa fosse e non aveva idea di cosa bisognasse fare… Al chè, appellandomi a quel briciolo di pazienza che madre natura mi ha donato (molto poca in verità, specialmente con i dipendenti pubblici…), gli ho illustrato di cosa avessi avuto bisogno e gli ho vivamente consigliato di andarsi ad informare su internet o con qualche collega (visto che era il suo lavoro…). Per la serie: “ma dimmi te se IO devo dire a lui, stipendiato dalle tasse dei contribuenti italiani, di andarsi ad informare su qualcosa che rientra nelle sue normali mansioni…!!”.

Ovviamente scocciato e senza nessuna voglia di informarsi, mi ha fatto parlare con una collega fortunatamente informata e gentile che, “scusandosi” del fatto che non avevano abbastanza personale e tempo (?!?), non spettava più a loro fare la procura (redigere il documento) ma che avrei dovuto ripresentarmi col foglio originale che attesta la mia proprietà dell’auto per farmi semplicemente autenticare la firma della delega per la cifra di 13 dollari.

Primo Starbucks della storia!

Insomma, sono tornata a casa frustrata senza nulla di fatto. Ma almeno so all’incirca cosa devo fare!

Ma parliamo d’altro!

Mentre vi scrivo mi trovo in aeroporto e no, non sono in procinto di partire, ma ho accompagnato i miei genitori a prendere l’aereo per tornare in Italia.

Inutile dirvi che è stata dura…Ho voluto fermarmi qui per sentirmi più vicina ai miei, prendendo gentilmente in prestito la wireless dell’aeroporto. Lo so, potrebbe sembrare stupido ma essere in aeroporto è come trovarsi sulla soglia di un grande portale che da accesso a tutto il mondo. Tecnicamente si ha la possibilità di andare ovunque semplicemente recandosi in una biglietteria e comprando un biglietto! Tra le varie cose che mi piacerebbe fare (magari prendendo appunti per la prossima vita) sarebbe lavorare come hostess di terra anche per questo motivo! La sensazione che si respira qui è incredibile: sono a Vancouver ma non lo sono, è come se avessi un piede un po’ in tutte le nazioni del mondo e potessi scegliere dove andare…Ok..non so se mi sono spiegata ma mi fa stare bene! Oltretutto in questo momento, come vi dicevo, è un modo per sentirmi più vicina ai miei 🙂

Nel post precedente vi ho accennato che i nostri due eroi fanno i turisti solo quando c’è qualcuno in visita..e così, Seattle eccoci qui!!

La cosa non era stata molto ben programmata.. Per la serie: dove andiamo oggi (ore 11 di mattina)? Bè..potremmo andare a…. SEATTLE!!
Google Maps è stata fondamentale: indicava un tempo di percorrenza di 2 ore e mezza quando invece “le voci narravano che” il tempo necessario in auto di solito è sulle 4 orette circa.  Ovviamente c’è sempre da considerare l’incognita del border che rendeva tutto più incerto, ma, fidandoci ciecamente di maps, ci abbiamo provato lo stesso!

Pubblic Market -Seattle

Risultato: in 3 ore di macchina avevamo fatto il border con relative scartoffie, pagamento (ripeto: 6 dollari AMERICANI per il visto. Non accettano dollari canadesi perchè loro sono Americani quindi solo US$ o carte di credito!) e parcheggiato in quel di Seattle!

Le voci che girano su Seattle sono molte e personalmente ne ho avute più di negative che di positive. Premetto che ci ho passato solo 4 ore e che quindi il mio giudizio può essere parziale e limitato ma, per quello che ho potuto vedere, direi che mi è piaciuta molto!

Parlando di downtown, dove si sà, l’ambiente è più curato, le strade sono pulite, l’imponenza tipica americana (i grattacieli mi sono sembrati più massicci) si fa sentire e mi è sembrata abbastaza tranquilla (conta qualcosa come 620mila abitanti, 1/4 di quelli di Vancouver), ma forse perchè era venerdì…Abbiamo fatto un giro al Pubblic Market che è assolutamente da visitare; molto caratteristico, dove si può acquistare pesce, cibo in generale e cavolate di ogni genere. (Non è molto economico però!)

Vicino al Market si trova anche il primo Starbucks della storia, nato proprio in quel di Seattle! Onestamente è un negozietto ics, fronte strada come tanti solo che è il PRIMO Starbucks!!! La gente si ferma a fargli foto ed entra solo per comprare un caffè di dubbio gusto per avere l’ebbrezza di dire che quella cuccumella esce da un posto storico 😉 …insomma, da vedere dai…la foto l’ho fatta pure io ma il caffè me lo sono risparmiata ;).

Per mancanza di tempo non siamo riusciti ad andare allo Space Needle ma provvederemo la prossima volta!
Sicuramente Vancouver vanta molto più verde ma Seattle si rifà con cosette davvero interessanti: c’è la monorotaia, il tour alla Boeing, la ruota panoramica più grande degli Stati Uniti che domina la Elliot Bay e poi…. è gemellata con Perugia (ammetto, l’ho scritto perchè l’ho appena letto sulla wiki 😀 ).

Come sempre vi allego un po’ di foto e questa volta anche un video breve ma intenso che personalmente mi ha quasi fatto piangere e che rispecchia esattamente quello che abbiamo provato e che proviamo tutt’ora qui, nonostante sia già passato un anno e 7 mesi da quando siamo sbarcati in Canada!

Ci sentiamo presto ragazzi, grazie a tutti ancora per tutto, il vostro sostegno, il vostro affetto, le vostre mail di ringraziamenti e di incoraggiamento! Il tempo passa qui ma la nostalgia di casa ogni tanto reclama prepotentemente la sua presenza e leggere quello che ci scrivete ci aiuta a tener duro e a guardare sempre avanti! GRAZIE!

Un abbraccio grande grande e in bocca al lupo a chi ha spedito i documenti per la working-holiday di quest’anno! Vedrete che ce la farete tutti 🙂

Jle

P.s. Più passa il tempo e più mi accorgo che è sempre più difficile per voi riuscire a recuperare le informazioni che vi servono per quanto riguarda documenti, notizie varie di Vancouver, etc sul nostro blog… Io cerco di fare del mio meglio per linkarvi le sezioni giuste nelle mail che mi mandate ma
Il sito è work in progress, Diego sta facendo del suo meglio e sarà tutto più fruibile e organizzato, con sezioni chiare e informazioni rapide da consultare! Confidiamo di averlo pronto in tempi umani ma, al solito, i nostri lavori e la solita routine vancouverese reclamano parecchio del nostro tempo 😉

[…dimenticavo: sabato scorso 12 gennaio, sono stata al concerto di Lady Gaga. Premetto che non è il mio genere preferito, che tira più verso il rock, ma confermo che è davvero un’artista di talento olte ad essere davvero un animale da palcoscenico! Due ore e passa di concerto, soldi spesi bene 🙂 Vi dico solo che sul palco c’era un CASTELLO di 3 piani…!!
E’ anche questa una cosa che apprezzo molto di Vancouver: ci sono sempre molti concerti di gruppi famosi!]

Prezzo della benzina al litro negli USA

  • Ciao Jle,
    complimenti per il post,posso affermare che sei una blogger valida (anche se effettivamente ci sono un po’ di salti temporali nel racconto), almeno quanto Diego.
    Avere a che fare con la burocrazia Italiana è quanto di peggio esista anche all’estero…oggi per esempio ho dovuto perdere un’ora per far validare per l’estero i documenti del tribunale (casellario e carichi pendenti) per me, mia moglie e i miei amici. Domani se tutto è ok mandiamo finalmenti i documenti pr il WHV (fare le foto credo sia stata la prova più difficile).
    E incrociamo le dita!
    Saluti da Napoli

  • Ciao Ragazzi, che bello leggere il vostro blog. Io, insieme ad altri circa 60/80 Italiani circa abbiamo avuto il piacere di vivere a Vancouver per parecchio tempo lavorando per il comitato organizzatore delle Olimpiadi. Personalmente sono arrivato nel luglio 2006 e ci sono stato fino a marzo 2010 (3 anni e 9 mesi esatti). State facendo le nostre esatte esperienze, considerazioni, commenti e confronti con la madre patria. Per noi è stata un’esperienza indimenticabile e terminata a malincuore per motivi familiari. Continuate a scrivere, per me è come tornare indietro nel tempo (anche se fa un po male…)…
    Saluti da Ivrea (TO). Massimo

  • Anonymous

    Ciao ragazzi sono a Vancouver, mi piacerebbe conoscervi. Ci siamo sentiti un paio di mesi fa us FB.
    Sono alloggiato nel downtown in George street.
    quando avete tempo. Let me know ;). Francesco

  • La prima volta che sono stato in consolato ho sentito la voce di Scotty che diceva “ENERGIA!”
    Mi ha teletrasportato in Italia, in un posto chiassoso che mi ha fatto notare per la prima volta quanto siano silenziosi gli svizzeri (per risentire il silezio è bastato rivarcare la porta in senso inverso).
    Il primo contatto con i funzionari è stato all’insegna di un assurdo atteggiamento: tutti dovevamo prendere i numeri per la fila, ma c’era una delle stanze dalla quale il funzionario diceva “avanti”, senza far scattare il numero. Risultato: caos totale con la fila. Non è una cosa grave di per sé: la vera amarezza viene dal pensiero che queste cose completamente illogiche accadono continuamente in Italia.
    Per il resto, gentilezza e disponibilità hanno reso piacevole la visita.

  • Anonymous

    Ciao vorrei spezzare una lancia a favore del consolato italiano, io ne ho avuto bisogno e con me sono stati gentili e disponibili. Ovviamente noi italiani siamo sempre un po prevenuti quando si tratta di uffici pubblici. L’addetto allo sportello ha un’accento inglese perchè sono piu’ i cittadini canadesi o figli di italiani che parlano solo inglese a richiedere i servizi del consolato. Tutti nel nostro lavoro potremmo avere delle piccole lacune, ma poi c’è sempre qualche collega che ti aiuta. Non sono mai stato un dipendente pubblico, ma vi assicuro che c’è moltissima gente in gamba che si da davvero da fare. (non confondiamo sempre politico/dipendente pubblico) E’ vero che sono pagati con le nostre tasse, ma se quando ho fatto il cameriere qualche cliente mi avesse detto: il tuo stipendio te lo pago, quindi servimi, gli avrei sputato nel piatto. Rispetto comunque il vostro punto di vista. A presto. Edoardo

    • Anonymous

      Parole sante Edoardo! Tutto questo accanimento contro il consolato non lo capisco. Anche io personalmente sono sempre stata trattata benissimo. Quando ho dovuto registrare i miei figli, rinnovare la patente, passaporto e quant’altro…
      Soprattutto Maurizio, il signore allo sportello che ha un po’ di accento inglese. Ma chi se ne frega se non parla un italiano impeccabile, basta con questi pregiudizi. Il suo lavoro lo fa benissimo ed è sempre gentile e disponibile.

      Anch’io mi unisco nello spezzare una lancia a favore!
      Claudia

    • Ragazzi, questa e’ stata la nostra esperienza e non e’ stata positiva. Sono sicuro che avra’ avuto la giornata storta o chissa’ che cosa sara’ successo… certo che una risposta del genere Jle non se l’aspettava. Cioe’ anche mettendosi nei suoi panni come fai a rispondere -Non so-…
      Sono qua che ti chiedo aiuto su una materia amministrativa, tutti mi dicono che devo chiedere a te, tu non puoi dirmi che non sai e liquidarmi. Contesto solo questo.

      Come diciamo sempre, ogni storia e’ a se’ e noi non ci facciamo sicuramente portavoce di tutti! 🙂

  • Abbiamo portato A MANO i documenti all’ambasciata la scorsa settimana! >_>
    Ora attendiamo!!! Finger crossed!

    • 🙂 più sicuri di così non si può! 😀

      In bocca al lupissimo!!! :)))