C’è poco da dire o da fare, quando sei in ferie il tempo vola! Ed è proprio quello che è successo a noi, anche questa volta.
In 3 settimane, anche se sono 2 anni ormai che non si torna a “casa” (tra virgolette perchè, diciamocelo, “casa” dov’è ora? Canada o quell’Italia che ora vedi con occhi diversi e forse ti ci riconosci ancora meno?), in 3 anni di vita all’estero, sarò sincera, è facile abituarsi alle cose belle che il tuo paese ha da offrire, che ti rende difficile poi saltare su quell’aereo e tornare in Canada…
Ci si abitua facilmente agli abbracci delle persone care, (via Skype non è decisamente la stessa cosa): la famiglia manca, parecchio!
Ci si abitua di nuovo ad avere la gatta che ti dorme sui piedi, che ti segue ovunque (anche mentre stai facendo pipì e lei ti salta sulle gambe) e che ti riempie i vestiti di peli, anche quei bei pantaloni eleganti e ora devi uscire ma sembri uscito da una zuffa tra animali selvatici;
ad avere la mamma vicina, che ti consiglia e ti ascolta, che prepara piatti deliziosi (roastbeef e purè, sacher, pesce al forno, risotto agli asparagi, etc,etc,) e anche un bel bagno caldo con le candele; non solo, ma provvede a farti trovare pronta la colazione ogni mattina con brioche e caffè;
al cibo buono, quello vero, col quale sei cresciuto, alla pizza e alla birra che costano meno (meno che a Vancouver sicuramente), al Tavernello per cucinare, al vino comprato al supermercato: certo, fare delle foto alla corsia dei vini potrebbe sembrare strano, specialmente per chi ti guarda allibito e non ne capisce il motivo, così come commuoversi davanti al bancone degli affettati e dei formaggi…
Ti abitui anche al Parmigiano, al paninazzo con la mortazza e al crudo di San Daniele, (fatto proprio a San Daniele!), che ti si scioglie in bocca; al capuccino e brioche al bar a due euro e cinquanta: che poi, i bar italiani hanno tutti lo stesso odore/profumo, hai notato?
Certo, è inusuale avere 20 gradi a marzo, ma quant’è bello? Uscire di casa con una giacchetta leggera, godere dello sbocciare della primavera e sedersi nel giardino di casa a respirarne gli odori: favoloso!
Insomma, alla fine provi quella rassicurante sensazione che, nonostante la tua assenza, le cose in fondo non siano cambiate molto nella tua città: certo, quel negozietto storico in centro ha chiuso e ora c’è un bar gestito da cinesi, e anche quel grande magazzino ha chiuso e purtroppo sono rimaste a casa 150 persone.
Le rotonde sono aumentate in maniera esponenziale, ma da “quasi canadese” hai imparato a vedere il bicchiere mezzo pieno: se non so dove andare, alla peggio mi metto a girare in tondo dentro la rotonda finchè non trovo la strada giusta…ma..com’è che qua nessuno usa la freccia? Sarà la cortesia canadese, Mah…
Sei andata al PRA per fare il passaggio di proprietà perchè finalmente sei riuscita a vendere la tua auto ed è stata un’esperienza! Tutti quei moduli da compilare e da firmare, per non parlare del bollo poi…Fotocopie documenti, compilare con dati anagrafici, targa, modello, anno, km, indicare la cifra pagata, venditore, acquirente… E il concetto di cortesia degli impiegati? Quando hai telefonato per sapere gli orari sembrava quasi che gli scocciasse rispondere al telefono… Che strano…
In Comune per rinnovare la carta d’identità scaduta è stata un’impresa: gli uffici sono aperti dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 i pomeriggi è chiuso, tranne però il martedì che lavorano dalle 14 alle 15.15. Sarà che sono arrivata un venerdì alle 12.50 e quindi mi hanno guardata male per quello, ma cmq non avrei potuto fare nulla perchè mi mancavano 3 foto tessera e in Comune non era possibile farle. Pazienza, sarà per la prossima volta!
Come dicevo, è sempre dura salutare i propri cari, preparare le valigie (soprattutto stare entro i limiti di peso) e salire su quell’aereo che ti riporta a 11mila km di distanza.
Tra il buon cibo e gli affetti, la sicurezza di conoscere il sistema, affrontarlo (o adeguarcisi) e la comodità di parlare la propria lingua, abbiamo scelto di nuovo il nostro futuro, il Canada, con tutti i pregi e i difetti del caso;
un sistema che non è perfetto, dove attraversare sulle strisce (ma anche no), non è decisamente un problema, dove ci si stupisce che le persone facciano la fila per salire su un bus e che tutti siano sempre cortesi, ma dove è altrettanto vero che i rapporti sono forse un po’ superficiali, affettati, dove il latte non è altro che acqua sporca, dove tutto è sempre e comunque orientato al business, carte di credito e biglietti da visita.
E’ bello veder rispettati i propri diritti, fare la maggior parte delle cose on-line, la dichiarazione dei redditi, un rinnovo, etc, non dover combattere sempre con una burocrazia lenta, vecchia e frustrante…Ricorda però, finchè non raggiungi la residenza permanente, sarai cmq un immigrato: sempre legato ad un visto in scadenza, sempre ad informarsi su come compilare un determinato documento per l’immigrazione, su come funziona diversamente la sanità, i colloqui di lavoro, gli skilled worker o la patente canadese e Il tutto ovviamente in inglese.
Non è facile essere degli immigrati, fare gli immigrati, adattarsi ad un sistema completamente nuovo, diverso, alle volte strano e difficile da capire, è un continuo mettersi in gioco, imparare e superare i propri limiti, scendere a patti con la nostalgia di casa e accettare una cultura, molte culture, diverse. Diciamocela, non è facile, alle volte è davvero difficile!
Ma nonostante tutto questo, alla fine però ho scelto, abbiamo scelto il Canada, il nostro futuro!
Jle
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